Il Consiglio ha adottato formalmente il regolamento sul ripristino della natura, il primo nel suo genere. Questa legge mira a mettere in atto misure per ripristinare almeno il 20% delle aree terrestri e marine dell’UE entro il 2030 e tutti gli ecosistemi che necessitano di ripristino entro il 2050.
Stabilisce obiettivi e obblighi specifici e giuridicamente vincolanti per il ripristino della natura in ciascuno degli ecosistemi elencati, da quello terrestre a quello marino, d’acqua dolce e urbano.
Il regolamento mira a mitigare i cambiamenti climatici e gli effetti delle catastrofi naturali. Aiuterà l’UE a rispettare i suoi impegni internazionali in materia di ambiente e a ripristinare la natura europea.
Le nuove norme contribuiranno a ripristinare gli ecosistemi degradati negli habitat terrestri e marini degli Stati membri, a conseguire gli obiettivi generali dell’UE in materia di mitigazione dei cambiamenti climatici e adattamento ad essi e a migliorare la sicurezza alimentare.
Il regolamento impone agli Stati membri di stabilire e attuare misure per ripristinare congiuntamente, come obiettivo dell’UE, almeno il 20% delle aree terrestri e marittime dell’UE entro il 2030.
Il regolamento riguarda una serie di ecosistemi terrestri, costieri e d’acqua dolce, forestali, agricoli e urbani, comprese le zone umide, le praterie, le foreste, i fiumi e i laghi, nonché gli ecosistemi marini, tra cui le fanerogame marine e le praterie di spugne e coralli.
Fino al 2030 gli Stati membri daranno priorità ai siti Natura 2000 nell’attuazione delle misure di ripristino.
Per quanto riguarda gli habitat ritenuti in cattive condizioni, elencati nel regolamento, gli Stati membri adotteranno misure per ripristinare:
- almeno il 30% entro il 2030
- almeno il 60% entro il 2040
- almeno il 90% entro il 2050