COM(2022) 222 finale 2022/0160(COD) – Proposta di DIRETTIVA DEL PARLAMENTO EUROPEO E DEL CONSIGLIO che modifica la direttiva (UE) 2018/2001 sulla promozione dell’uso dell’energia da fonti rinnovabili, la direttiva 2010/31/UE sulla prestazione energetica nell’edilizia e la direttiva 2012/27/UE sull’efficienza energetica
Motivi e obiettivi della proposta
Il Green Deal europeo pone l’efficienza energetica e le energie rinnovabili al centro della transizione verso l’energia pulita. Le attuali tensioni internazionali a seguito dell’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, il contesto geopolitico generale e i prezzi molto elevati dell’energia hanno acuito la necessità di migliorare l’efficienza energetica e accelerare la diffusione delle energie rinnovabili nell’Unione allo scopo di disporre di un sistema energetico più indipendente dai paesi terzi. Accelerare la transizione verde verso le energie rinnovabili e una maggiore efficienza energetica consentirà di ridurre le emissioni e la dipendenza dai combustibili fossili importati e di offrire prezzi dell’energia accessibili ai cittadini e alle imprese europei in tutti i settori dell’economia.
Gli obiettivi dell’Unione in materia di efficienza energetica ed energie rinnovabili dovrebbero riflettere la necessità pressante di migliorare l’efficienza energetica e accelerare la diffusione delle energie rinnovabili e dovrebbero pertanto essere aumentati. Tali obiettivi riveduti sostituiscono la modifica degli obiettivi proposti nelle proposte di rifusione della direttiva 2012/27/UE sull’efficienza energetica[1] e di modifica della direttiva (UE) 2018/2001 sulla promozione dell’uso dell’energia da fonti rinnovabili[2], adottata il 14 luglio 2021.
Inoltre, considerando che gli edifici sono responsabili del 40 % dell’energia consumata e del 36 % delle emissioni dirette e indirette di gas a effetto serra legate all’energia, è necessario aumentare la realizzazione di impianti solari negli edifici. Si tratta di uno dei modi più rapidi per diffondere le energie rinnovabili su larga scala, ridurre l’uso di combustibili fossili negli edifici e accelerare la decarbonizzazione e l’elettrificazione del loro consumo energetico.
Inoltre la durata e la complessità delle procedure amministrative si sono rivelate uno degli ostacoli principali agli investimenti nelle energie rinnovabili e relative infrastrutture. Dalla relazione provvisoria dello studio sulla semplificazione delle fonti di energia rinnovabile (RES Simplify), stilata per la Commissione[3] e pubblicata insieme alla presente proposta, è emerso che le difficoltà di accesso alla rete e i problemi amministrativi rappresentano circa il 46 % di tutti gli ostacoli individuati e si prevede che tale percentuale aumenti in futuro. Per alcune tecnologie rinnovabili diffuse, come l’energia eolica e il fotovoltaico, gli ostacoli amministrativi stanno diventando sempre più significativi rispetto ad altri tipi di ostacoli. Con l’avanzamento della transizione energetica, man mano che le tecnologie rinnovabili maturano e i progetti dipendono sempre meno dai regimi di sostegno, gli ostacoli amministrativi acquisiscono maggiore rilevanza.
Gli ostacoli più comuni legati alle procedure amministrative per i progetti di energia rinnovabile individuati nello studio RES Simplify[4] sono gli oneri burocratici, i processi non trasparenti, la mancanza di coerenza giuridica nonché un quadro e orientamenti incompleti e vaghi che conducono a interpretazioni divergenti della legislazione esistente da parte delle autorità competenti.
[1] COM(2021) 558.
[2] COM(2021) 557.
[3] Sostegno tecnico per lo sviluppo e l’attuazione della politica sulle energie rinnovabili – Semplificazione delle procedure amministrative e di autorizzazione per gli impianti che utilizzano fonti di energia rinnovabili (“RES Simplify”), https://data.europa.eu/doi/10.2833/239077.
[4] Lo studio RES Simplify individua e classifica i diversi tipi di ostacoli amministrativi incontrati dai progetti di energia rinnovabile. Relazione provvisoria dello studio RES Simplify, pag. 14.