Messaggio del Pontefice per l’inaugurazione dell’anno accademico dell’ateneo palermitano. Attraverso lo studio i giovani devono immergersi nella realtà, scrive Francesco, e tenere conto delle sue parti “rimosse o scartate”, perché è “più dai margini” che dai “centri di potere” che si comprendono “le grandi questioni del presente e del futuro”.
L’intelligenza umana è “irriducibile ad algoritmi e a processi logici”, tende, nel profondo, alla “ricerca del bene”, al quale si giunge “solo insieme”.
L’importanza della lentezza
Ma di fronte al “fascino della tecnica” che “è intriso di velocità”, alle “intelligenze artificiali” che “ci seducono con la loro performatività”, il Pontefice raccomanda lentezza.
Quella che ad esempio serve per leggere e non è “più concessa a chi studia e persino a chi insegna”, che occorre per comprendere ma stride con “l’esasperazione degli indicatori di risultato”.
“Crescere, a sua volta, è un processo lento e mai un itinerario lineare”, continua Francesco, perché “gli insuccessi, come gli errori, sono fondamentali nella ricerca della verità”, e “anche cambiare ha bisogno di lentezza”, in diversi ambiti.
Si tratta di “obiettivi” ai quali non ci può permettere “di rinunciare”, rimarca il Papa. “Su di essi si gioca l’intelligenza umana, irriducibile ad algoritmi e a processi logici”, conclude il Pontefice, ricordando che l’intelligenza umana, tende, nel profondo alla “ricerca del bene, e di esso nessuno ha il monopolio, né la misura”, perché vi si tende “passo dopo passo” e “solo insieme”.
2025/02/g02 La Candelora dei Fiumaroli a S. Maria dell’Orto | Flickr
La storia della Confraternita di S. Maria della Quercia di Roma
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Bassiano, tra 1449 e 1452 – Venezia, 6 febbraio 1515
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