Relazione speciale 15/2024: L’adattamento ai cambiamenti climatici nell’UE – L’azione non sta al passo con l’ambizione
I
Gli eventi climatici e meteorologici estremi (come ondate di calore, siccità e inondazioni) sono sempre più gravi e frequenti. Occorre quindi adattarsi con urgenza a queste condizioni climatiche. Mentre le azioni di mitigazione riducono le emissioni di gas a effetto serra, quelle di adattamento mirano ad adeguarsi ai cambiamenti climatici per ridurne gli effetti. Da sole, le azioni di mitigazione non sono in grado di prevenire gli effetti dei cambiamenti climatici, anche se riescono a ridurre le emissioni di gas a effetto serra.
II
L’UE ha pubblicato la sua prima strategia di adattamento nel 2013 e la successiva nel 2021, confermando di essere altamente vulnerabile ai cambiamenti climatici. In media, le perdite economiche dovute agli eventi climatici estremi nell’UE sono ammontate nell’ultimo decennio a 26 miliardi di euro l’anno. La strategia fissa l’obiettivo di rendere l’UE resiliente ai cambiamenti climatici entro il 2050, come sancito anche dalla normativa europea sul clima del 2021. Data la natura trasversale delle azioni relative all’adattamento ai cambiamenti climatici, è difficile stimare i finanziamenti dell’UE pertinenti. Tuttavia, per tale adattamento, sono stati iscritti a bilancio almeno 8 miliardi di euro nel periodo 2014-2020 e 26 miliardi di euro nel periodo 2021-2027.
III
L’obiettivo del presente audit era valutare il quadro e i finanziamenti dell’UE per l’adattamento ai cambiamenti climatici e il modo in cui fronteggiano gli effetti di tali cambiamenti nell’Unione. La Corte ha verificato se le strategie e i piani nazionali e dell’UE fornissero un quadro solido per l’adattamento ai cambiamenti climatici e se prevedessero sistemi di rendicontazione e un’opera di sensibilizzazione a livello locale riguardo a strategie, piani e strumenti dell’UE. La Corte ha anche analizzato se una selezione di progetti di adattamento del periodo 2014-2020 realizzati nell’UE abbia contribuito efficacemente all’adattamento ai cambiamenti climatici. L’estensione dell’audit non comprendeva le azioni e il sostegno dell’UE all’adattamento ai cambiamenti climatici al di fuori dei suoi confini.
IV
La Corte ha deciso di effettuare l’audit in considerazione dell’alta priorità del tema e della sua rilevanza. Con le constatazioni e raccomandazioni formulate, la Corte intende fornire un contributo utile a migliorare il quadro generale per l’adattamento ai cambiamenti climatici, al fine di fronteggiare meglio gli effetti di questi ultimi. Inoltre, con il lavoro svolto, intende aiutare l’UE a concentrare i finanziamenti su azioni mirate alle condizioni climatiche presenti e future e a promuovere soluzioni a lungo termine per l’adattamento ai cambiamenti climatici.
V
La Corte ha constatato che il quadro generale dell’UE per la politica di adattamento è solido, pur rilevando che gli Stati membri hanno talvolta utilizzato dati scientifici obsoleti per i documenti riguardanti la strategia nazionale di adattamento. Nel complesso, i quadri di adattamento nazionali sottoposti ad audit erano coerenti con la strategia di adattamento dell’UE, anche se sono state individuate priorità contrastanti a livello settoriale e regionale. Si trattava di esigenze contrapposte di una maggiore irrigazione e di riduzione del consumo idrico.
VI
La Corte ha anche riscontrato che la rendicontazione degli Stati membri sull’adattamento ai cambiamenti climatici era insufficiente e apportava scarso valore aggiunto in termini di monitoraggio dei progressi e di sostegno alle future decisioni strategiche. Da un’indagine condotta presso 400 comuni, la Corte ha rilevato che, in gran parte, questi non conoscevano le strategie e i piani di adattamento ai cambiamenti climatici e non utilizzavano gli strumenti di adattamento dell’UE (Climate-ADAPT, Copernicus e il Patto dei sindaci dell’UE).
VII
Poiché l’adattamento è trasversale, i finanziamenti dell’UE a tal fine sono disseminati in varie altre politiche dell’Unione, che riguardano ad esempio l’agricoltura, la coesione e la ricerca. Da quanto emerso, dei 36 progetti del campione della Corte oltre la metà (19) ha affrontato efficacemente i rischi climatici, mentre 13 hanno avuto un impatto modesto o nullo in termini di aumento della capacità di adattamento e due rischiano di dar luogo a un maladattamento. Tra gli esempi di maladattamento si possono citare la promozione dell’irrigazione di un’area più vasta invece di passare a colture a minore intensità idrica; la costruzione di dighe invece di trasferire i residenti delle aree costiere a rischio di inondazione o erosione; nonché l’investimento in cannoni per l’innevamento artificiale invece di concentrarsi sul turismo durante tutto l’anno. A causa di queste debolezze, la politica e l’azione di adattamento dell’UE rischiano di non stare al passo con i cambiamenti climatici.
VIII
Alla luce delle proprie constatazioni, la Corte raccomanda alla Commissione di:
- migliorare la rendicontazione sull’adattamento ai cambiamenti climatici attraverso indicatori comuni per misurare i progressi e monitorare le debolezze individuate;
- sviluppare e promuovere meglio gli strumenti dell’UE per l’adattamento ai cambiamenti climatici al fine di aumentarne l’utilizzo e promuovere la condivisione delle conoscenze;
- far sì che tutti i progetti pertinenti finanziati dall’UE siano adattati alle condizioni climatiche presenti e future, promuovendo maggiormente soluzioni a lungo termine per l’adattamento ai cambiamenti climatici.