La Commissione ha pubblicato oggi la sua quinta relazione annuale sullo Stato di diritto, che esamina sistematicamente e obiettivamente gli sviluppi in materia di Stato di diritto in tutti gli Stati membri su base paritaria.
Rispetto alla prima pubblicazione della relazione sullo Stato di diritto adottata nel 2020, gli Stati membri e l’UE nel suo complesso sono molto più preparati a individuare, prevenire e affrontare le sfide emergenti. Ciò contribuisce alla resilienza delle nostre democrazie europee e alla fiducia reciproca nell’UE. Contribuisce inoltre al buon funzionamento del mercato unico e apporta benefici al contesto imprenditoriale che promuove la competitività e la crescita sostenibile.
Dalla sua prima pubblicazione nel 2020, la relazione è diventata un vero motore di riforme positive: due terzi (68 %) delle raccomandazioni formulate nel 2023 sono state affrontate, in tutto o in parte. Tuttavia, in alcuni Stati membri permangono preoccupazioni sistematiche e la situazione è ulteriormente peggiorata. Tali preoccupazioni sono affrontate nelle raccomandazioni della relazione di quest’anno.
La relazione di quest’anno comprende, per la prima volta, quattro capitoli per paese sugli sviluppi in Albania, Montenegro, Macedonia del Nord e Serbia. L’inclusione di questi paesi dell’allargamento nella relazione sullo Stato di diritto, la più avanzata del processo, sosterrà i loro sforzi di riforma, aiuterà le autorità a compiere ulteriori progressi nel processo di adesione e a prepararsi al proseguimento dei lavori sullo Stato di diritto come futuro Stato membro.
Dall’ultima relazione sullo Stato di diritto, diversi Stati membri hanno compiuto passi concreti per migliorare la sicurezza dei giornalisti e l’ambiente di lavoro, anche alla luce di iniziative della Commissione quali la legge europea per la libertà dei media (EMFA), già in vigore e pienamente applicabile dall’agosto 2025, la direttiva e la raccomandazione anti-SLAPP e la raccomandazione sulla sicurezza dei giornalisti.
Leggi il comunicato stampa completo e la quinta relazione annuale sullo Stato di diritto.