D. L. 25 giugno 2024, n. 84 – Disposizioni urgenti sulle materie prime critiche di interesse strategico
cfr. Dossier D24084.pdf (camera.it)
La pubblicazione del Regolamento UE 2024/1252, parte del Critical Raw Materials Act, ha definito la strategia UE per l’approvvigionamento sicuro e sostenibile delle materie prime indispensabili per la transizione ecologica e digitale, anche tramite il ricorso ad attività estrattive condotte nel pieno rispetto delle condizioni ambientali e sociali.
Il regolamento UE 2024/1252 dispone elenchi di materie prime, che dovrebbero essere soggetti ad aggiornamento periodico e basati su metodologie chiare e trasparenti, ricorrendo a due categorie: l’elencazione delle materie prime considerate strategiche (articolo 3 e allegato I, sezione 1) e l’elencazione delle materie prime critiche (articolo 4 e allegato II, sezione 1).
Delle 34 materie prime critiche, 17 sono materie prime strategiche (per la classificazione di dettaglio di tali materie prime, si veda infra, nell’apposito box ricostruttivo del Regolamento).
L’obiettivo del provvedimento italiano in esame, dunque, risulta quello di disciplinare le procedure e i meccanismi mediante i quali assicurare il corretto approvvigionamento delle predette materie prime, dando parziale attuazione – in particolare – al citato regolamento.
Preliminarmente, si rileva che le materie prime “critiche” trovano il loro riferimento normativo nel solo articolo 4 del suddetto regolamento, che rinvia all’allegato II, sezione I, mentre la qualifica specifica di “strategiche” è attribuita alle materie prime di cui all’allegato I, sezione 1, cui rimanda l’articolo 3 del regolamento europeo (cfr. tabella contenuta nel box ricostruttivo del regolamento, in calce alla scheda). Si valuti l’opportunità di un chiarimento al riguardo.
Ad un mese dall’entrata in vigore del decreto ISPRA avvia il programma minerario nazionale
In totale sono 76 le miniere ancora attive in Italia, 22 relative a materiali che rientrano nell’elenco delle 34 materie prime critiche dell’UE. In 20 di queste, si estrae feldspato, minerale essenziale per l’industria ceramica e in 2 la fluorite (nei comuni di Bracciano e Silius), che ha un largo uso nell’industria dell’acciaio, dell’alluminio, del vetro, dell’elettronica e della refrigerazione.
In particolare, la miniera di fluorite di Genna Tres Montis (Sud Sardegna), che rientrerà in piena produzione al termine dei lavori di ristrutturazione, rappresenterà una delle più importanti d’Europa. Delle altre 91 miniere di fluorite attive in passato, alcune molto importanti – da rivalutare con i prezzi attuali quadruplicati rispetto al 1990 – sono localizzate nel bergamasco, nel bresciano ed in trentino, oltre a quelle sarde e laziali.
Feldspato e fluorite, dunque, sono ad oggi le uniche materie prime critiche ad oggi coltivate in Italia, ma i permessi di ricerca in corso, i dati sulle miniere attive in passato e quelli sulle ricerche pregresse e recenti, documentano la potenziale presenza di varie materie prime critiche e strategiche come il litio, scoperto in quantitativi importanti nei fluidi geotermici tosco-laziali-campani e come diversi altri minerali da cui si producono metalli indispensabili per il modello di sviluppo decarbonizzato, la green tech, la transizione digitale e la indipendenza da paesi terzi.