di Richard Hofstadter
Era in circolazione da molto tempo prima che la destra radicale lo scoprisse, e i suoi bersagli andavano dai “banchieri internazionali” ai massoni, ai gesuiti e ai fabbricanti di munizioni.
La politica americana è stata spesso un’arena per menti arrabbiate. Negli ultimi anni abbiamo visto menti arrabbiate all’opera soprattutto tra gli esponenti dell’estrema destra, che ora hanno dimostrato nel movimento Goldwater quanta influenza politica si possa ottenere dalle animosità e dalle passioni di una piccola minoranza. Ma dietro a questo credo ci sia uno stile di pensiero che è tutt’altro che nuovo e che non è necessariamente di destra. Lo chiamo stile paranoico semplicemente perché nessun’altra parola evoca adeguatamente il senso di esagerazione accesa, sospettosità e fantasia cospiratoria che ho in mente. Usando l’espressione “stile paranoico” non sto parlando in senso clinico, ma sto prendendo in prestito un termine clinico per altri scopi. Non ho né la competenza né il desiderio di classificare nessuna figura del passato o del presente come pazzi certificabili. In effetti, l’idea dello stile paranoico come forza in politica avrebbe poca rilevanza contemporanea o valore storico se fosse applicata solo a uomini con menti profondamente disturbate. È l’uso di modalità di espressione paranoiche da parte di persone più o meno normali che rende significativo il fenomeno.
Naturalmente questo termine è peggiorativo, ed è inteso come tale; Lo stile paranoico ha una maggiore affinità per le cattive cause che per quelle buone. Ma nulla impedisce davvero che un programma o una richiesta valida venga sostenuta in stile paranoico. Lo stile ha più a che fare con il modo in cui si crede alle idee che con la verità o la falsità del loro contenuto. Mi interessa qui arrivare alla nostra psicologia politica attraverso la nostra retorica politica. Lo stile paranoico è un fenomeno antico e ricorrente nella nostra vita pubblica che è stato spesso collegato a movimenti di sospetto malcontento.