Il Rapporto mette a disposizione dei cittadini e dei decisori i principali risultati delle analisi dei livelli attuali e dell’evoluzione nel tempo delle condizioni di benessere, evidenziando anche le disuguaglianze.
Nel concetto stesso di Benessere Equo e Sostenibile, infatti, è chiaramente individuata la necessità di misurare e analizzare gli squilibri territoriali, oltre che sociali, che limitano lo sviluppo del benessere e la sua equa distribuzione. Il progetto Bes raccoglie queste sfide sin dal suo avvio, in primo luogo, producendo indicatori disaggregati per regione oltre che per genere, età, titolo di studio, in secondo luogo, realizzando analisi integrate delle disuguaglianze rilevate dagli indicatori.
La prospettiva è analoga a quella dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile che riconosce come obiettivo la lotta alle disuguaglianze, secondo il principio del “non lasciare indietro nessuno”.
Diversi indicatori mostrano come la ripresa delle attività economiche e sociali, successiva alla crisi pandemica, abbia concorso all’aumento delle pressioni sull’ambiente e – conseguentemente – dello stato dell’ambiente stesso.
In particolare nel 2022, rispetto all’anno precedente, peggiora la qualità dell’aria (76,2% di superamenti della soglia di riferimento, contro il 71,7% del 2021), dopo un periodo di costante miglioramento; aumentano le emissioni di CO2 , che tornano ai livelli del 2019 (7,3 tonnellate per abitante in entrambi gli anni); cresce il consumo di materiale interno (516 milioni di tonnellate, contro 505 del 2021 e 499,5 del 2019) e diminuisce la produzione di energia da fonti rinnovabili (30,7% di energia consumata da fonti rinnovabili, contro il 35,1% del 2021 e il 34,9% del 2019). Inoltre non migliorano il consumo di suolo (7,14% della superficie complessiva, contro il 7,11% nel 2021 e 7,07% nel 2019) e la dispersione di acqua potabile dalle reti comunali di distribuzione, il cui alto livello rimane stabile in tutto il periodo (42,4% dell’acqua immessa in rete).
Fa eccezione il miglioramento degli indicatori sulla produzione di rifiuti urbani (492,3 chilogrammi per abitante, contro 500,5 nel 2021 e 503,0 del 2019) e sul loro conferimento in discarica (17,8% dei rifiuti urbani prodotti). In particolare, quest’ultimo indicatore risulta in costante diminuzione a livello nazionale nonostante la gestione del conferimento a livello regionale sia fortemente differenziata.
Nel 2023, gli effetti dei cambiamenti climatici sono sempre più evidenti in termini di estremi di temperature (massima, minima e media) e di distribuzione eterogenea delle quantità di precipitazione rispetto al periodo climatico di riferimento, come si evince dagli indicatori sui fenomeni estremi connessi all’intensità del caldo (+36 giorni rispetto al periodo di riferimento 1981-2010) e al prolungarsi degli eventi siccitosi (+5,5 giorni consecutivi senza pioggia).
La preoccupazione dei cittadini per i cambiamenti climatici (70,8% di persone di 14 anni e più) e l’indicatore di soddisfazione per la situazione ambientale (69,1%) si confermano su livelli simili al 2019.
La preoccupazione per la perdita di biodiversità, invece, rimane superiore rispetto al 2019, nonostante la diminuzione rispetto al 2022 (23,0%, contro il 23,9% del 2022 e 22,2% del 2019).