Il contesto internazionale: fattori di incertezza da non sottovalutare
Lo scenario internazionale rimane instabile e incerto per le diverse situazioni di conflitto su più fronti geopolitici. Frenano i trasporti intercontinentali e quindi gli scambi di beni; ne risentono anche le quotazioni di alcune materie prime, in particolare il greggio. Sul rialzo dei prezzi sembrano per ora esercitare un impatto limitato le tensioni nei trasporti marittimi nel Mar Rosso. Nonostante tali ostacoli, le previsioni sul commercio mondiale prefigurano un rafforzamento nei prossimi trimestri anche se la domanda rimane debole (fig. 1). L’inflazione in prospettiva dovrebbe ulteriormente attenuarsi assumendo il recedere delle tensioni sui prezzi dei beni energetici e agricoli; la flessione dell’inflazione nei mesi recenti si è caratterizzata per ritmi differenti tra gli Stati Uniti e l’area dell’euro, dove la decelerazione dei prezzi è stata più rapida.
L’economia italiana: crescita moderata ma ancora superiore alla media europea
Il PIL dell’economia italiana ha registrato nel 2023 un aumento dello 0,9 per cento, risultando per il terzo anno consecutivo superiore alla media dell’area dell’euro (0,4). L’espansione in Italia è stata sostenuta principalmente dai servizi e dall’edilizia, con un apporto alla domanda dato soprattutto da consumi privati e investimenti, sia in costruzioni che in beni strumentali. Nella parte finale dell’anno, la fase ciclica è stata moderatamente espansiva anche se quasi interamente trainata dalle costruzioni, in vista dall’atteso ridimensionamento del Superbonus.
Nel breve termine si prospetta una fase ciclica ancora in lieve espansione. Secondo le stime dell’UPB, nel primo trimestre del 2024 l’Italia sarebbe cresciuta a un ritmo moderato: il PIL sarebbe aumentato allo 0,2 per cento (fig. 2), una crescita congiunturale simile a quella dei due periodi precedenti ma con possibilità di ampia oscillazione sia verso l’alto (0,4) sia verso il basso (0,0). L’incertezza nelle previsioni è ampia anche in relazione alla recente revisione dei dati di contabilità nazionale e alla difficoltà di quantificare gli investimenti nel settore delle costruzioni. Tuttavia il dato sulla produzione delle costruzioni di gennaio è risultato molto elevato.
Nel medio termine, rimangono inoltre prevalenti i rischi al ribasso, legati soprattutto alle forti tensioni geopolitiche.