L’intelligenza artificiale ha bisogno di “lettura”
ubblichiamo in una traduzione italiana questa riflessione del cardinale prefetto del Dicastero per il servizio dello sviluppo umano integrale uscita lo scorso venerdì 12 gennaio sulla rivista canadese «Globe and Mail» di Toronto.
Talvolta l’analfabetismo sembra essere l’opzione migliore. Non mi riferisco all’analfabetismo vero e proprio, che rappresenta un terribile fardello, ma alla nostra propensione a evitare di “leggere” la realtà sociale e culturale che ci circonda.
Il Messaggio del Santo Padre per la Giornata Mondiale della Pace 2024, Intelligenza artificiale e pace, identifica le sfide che le nuove tecnologie pongono alla costruzione di un mondo più giusto e fraterno. Non è una lettura facile, e non dovrebbe nemmeno esserlo.
Papa Francesco intravede nell’intelligenza artificiale un «segno dei tempi», un tratto distintivo del presente, che continua a evolvere e fa presagire trasformazioni ancora più grandi in futuro. L’espressione «segno dei tempi» indica una nuova realtà umana, che emerge da ciò che accade intorno a noi, più o meno promettente, più o meno minacciosa, da interpretare alla luce della nostra fede (indipendentemente da ciò in cui crediamo). Ne possono derivare giudizi differenti: alcuni positivi, altri negativi e altri ancora, come in questo caso, misti.