Siccità nel 2022 e alluvioni quest’anno: la crisi climatica è anche una crisi idrica, e l’Europa ne è al centro. Ma a rendere il futuro dell’acqua piuttosto incerto è anche la competizione fra potenze.
Febbraio 2018. Durante l’intervallo del Super Bowl, Water.org, l’organizzazione benefica di Matt Damon, acquista un costosissimo spazio di 30 secondi per mandare in onda uno spot dove l’attore statunitense spiega come non possiamo dare l’acqua per scontata. Damon ricorda che milioni di persone in tutto il mondo non hanno accesso a fonti pulite, sicure o affidabili. Per aiutarle, suggerisce di acquistare un calice di birra, attivando così una donazione che renderà possibile dare accesso a 5 anni di acqua pulita per una persona del Sud del mondo. La crisi dell’acqua è diventata mainstream.
Estate 2022. Wenn du mich siehst, dann weine ‘Se mi vedi, allora piangi’, si legge tra le acque del fiume Elba, tra il confine ceco e quello tedesco. E’ l’iscrizione riportata su una delle “pietre della fame” (hungerstein) – dei marcatori idrologici incastonati nel letto di un fiume – che sono riapparse in superficie, incise decenni (a volte secoli) prima, durante altri periodi di crisi. L’Europa è infatti alle prese con una grave siccità, e i suoi fiumi (incluso il principale fiume italiano, il Po) hanno cominciato a prosciugarsi. Le loro acque in ritirata hanno rivelato manufatti che erano rimasti nascosti per lungo tempo. Come le “Pietre della fame”, appunto.
E l’Europa, e con essa i suoi agricoltori, piange. E lo fa non solo quando l’acqua scarseggia, ma anche quando questa diventa fin troppo abbondante, come ci ricordano le alluvioni in Germania nel 2021, o quelle in Emilia-Romagna nel 2023. Ed è questo, secondo molti osservatori e scienziati, il significato del termine Antropocene, un’instabile epoca geologica in cui gli esseri umani si trovano a fare i conti con le conseguenze delle loro azioni. La crisi ambientale, e con essa quella idrica, non è più un qualcosa che si potrà verificare in un futuro lontano e imprecisato. La crisi è adesso. E questo è quello che ci ricorda, a intervalli regolari, il Panel Intergovernativo sui Cambiamenti Climatici (IPCC): bisogna agire ora, anche se forse è già troppo tardi.
A marzo del 2023 il mondo si è riunito a New York per la seconda Conferenza sull’Acqua delle Nazioni Unite. La prima fu organizzata nel 1977 in risposta a una serie di importanti crisi idriche che si verificarono negli anni ’70, tra cui gravi siccità nel Sahel, nell’Europa occidentale e nell’America del Nord. Oggi la situazione è ancora più grave. Decenni di cattiva gestione e uso improprio della risorsa hanno intensificato lo stress idrico, e i problemi legati all’acqua sono collegati alle principali questioni globali, dalla salute alla fame nel mondo, dall’uguaglianza di genere al lavoro, dall’istruzione all’industria, dai disastri ai conflitti.