Cambiamento climatico – Presidente Mattarella: Sorprendenti le discussioni sulla fondatezza del rischio

Tradizionale cerimonia di consegna del “Ventaglio” al Presidente della Repubblica

Lei ha parlato del PNRR. Ne ho più volte sottolineato la portata decisiva per il nostro futuro.

Vorrei oggi porre in evidenza che non si tratta di una questione del Governo, di questo o dei due governi precedenti, ma dell’Italia.

L’invito a tutti a mettersi alla stanga – per usare ancora una volta questa espressione degasperiana – che mi ero permesso di avanzare tempo addietro, è rivolto appunto a tutti: quale che sia il livello istituzionale, quale che sia il ruolo politico, di maggioranza o di opposizione. Quale che sia il ruolo di soggetti della società riguardo ai temi che il Piano affronta.

Dobbiamo avvertirne tutti il carattere decisivo per l’avvenire dell’Italia e tener conto, pertanto, allo stesso tempo, di non esserne estranei; di esserne, certamente in misure diverse, responsabili; di dover recare apporti costruttivi.

Un eventuale insuccesso o un risultato soltanto parziale non sarebbe una sconfitta del Governo ma dell’Italia: così sarebbe visto e interpretato fuori dai nostri confini e così sarebbe nella realtà.

In questo periodo l’Italia ha vissuto eventi terribili, legati, palesemente, alle conseguenze del cambiamento climatico.

Di fronte alle drammatiche immagini di quel che è accaduto, al Nord, come al Centro, come nel Meridione, tante discussioni sulla fondatezza dei rischi, sul livello dell’allarme, sul grado di preoccupazione che è giusto avere per la realtà che stiamo sperimentando, appaiono sorprendenti.

Occorre assumere la piena consapevolezza che siamo in ritardo.

Bisogna agire, da una parte cercando di incrementare l’impegno a salvaguardia dell’ambiente e per combattere le cause del cambiamento climatico.

Sappiamo che sarà un impegno difficile, su scala globale, i cui effetti vedremo nel tempo.

Dall’altro lato, è necessario operare per contenere già oggi gli effetti dirompenti di questi cambiamenti, predisponendo strumenti nuovi e modalità di protezione dei territori, che consentano di prevenire e attenuare gli effetti dei fenomeni che si verificano sempre più di frequente.

Disponiamo anche di un mezzo importante: la solidarietà che ci tiene insieme. Anche in base a questa vi è la necessità di interventi veloci, tempestivi, per rimuovere i danni subiti e per sostenere adeguatamente le persone e le aziende colpite, affinché possano ripartire come desiderano fare, ma come è pressoché impossibile senza aiuti.

Abbiamo visto nei territori feriti dalla recente alluvione in Romagna tantissime persone di buona volontà darsi da fare. Ragazze e ragazzi che, instancabilmente e con straordinaria forza d’animo, spalavano il fango, aiutavano le persone colpite, soccorrevano chi aveva bisogno di aiuto.

La forza che tiene unite le nostre comunità nei momenti più difficili è anzitutto questa generosa e incondizionata disponibilità a esserci. A fare la propria parte, sentendosi responsabili gli uni degli altri. ‘I care’, come diceva don Milani.

Fare la parte propria.