Corriere.it – Il Mose e la doppia diga: «È bene che Venezia pensi già al futuro per i cambiamenti climatici» di Francesco Chiamulera
Carlo Brabante (Cnr): «Il caldo può portare a variazioni del livello del mare di sei o sette metri. Pensate alle città costiere»
Provare a fare un discorso ambientale sensato e basato sui dati di realtà. Provarci con Carlo Barbante, in un pomeriggio tra le Dolomiti, mentre fuori ha appena smesso la grande tempesta che ha infierito sul Comelico e il Cadore il 18 luglio.
Barbante, di ritorno dall’Antartide dove studia come direttore dell’Istituto di Scienze Polari del CNR la stratificazione dei ghiacci, e attraverso le microparticelle in essi contenute la storia del clima, si guarda semplicemente intorno. Il monsone (parola nostra, non sua) ha fatto vivere, da queste parti, l’incubo di Vaia. Ma, dice, non fermiamoci al dato estremo di un giorno, di un episodio per quanto significativo: quello è il meteo nella sua contingenza. Il clima è un’altra cosa, non è la raffigurazione giornalistica, emotiva e icastica. (CONTINUA)