Caldo nei tre continenti?

Clima Emergenza globale – L’Osservatore Romano

Se nell’emisfero settentrionale picchi di caldo si sono raggiunti un po’ dovunque, particolare attenzione è riservata alla regione del Mediterraneo, interessata dalla seconda ondata di afa in meno di due settimane. Temperature record si sono registrate in Marocco, Algeria, Sud Italia, Iraq e Libano. E in alcune zone dell’Iran l’indice di calore ha raggiunto i 66 gradi Celsius, oltre i limiti di ciò che gli esseri umani possono normalmente sopportare. Ma a preoccupare gli esperti sono le previsioni per il futuro: secondo i climatologi dell’Hadley Centre – come riportato dal settimanale The Economist – le giornate in cui la temperatura supera i 50°C sono aumentate esponenzialmente dall’era preindustriale ad oggi ed entro il 2100, questi giorni diventeranno eventi meno eccezionali in tutto il Mediterraneo e il Medio Oriente. Picchi superiori a 45°C sono più probabili ogni anno. Ciò significa più siccità e incendi. Ma non finisce qui. Il caldo estremo, ricorda l’Economist, “scioglie le strade, blocca le ferrovie e rende pericoloso il lavoro all’aperto”. Senza considerare i danni per la salute, in un’area del mondo in cui le ondate di calore causano già l’8% dei decessi legati alle condizioni atmosferiche.

Se nell’emisfero settentrionale picchi di caldo si sono raggiunti un po’ dovunque, particolare attenzione è riservata alla regione del Mediterraneo, interessata dalla seconda ondata di afa in meno di due settimane. Temperature record si sono registrate in Marocco, Algeria, Sud Italia, Iraq e Libano. E in alcune zone dell’Iran l’indice di calore ha raggiunto i 66 gradi Celsius, oltre i limiti di ciò che gli esseri umani possono normalmente sopportare. Ma a preoccupare gli esperti sono le previsioni per il futuro: secondo i climatologi dell’Hadley Centre – come riportato dal settimanale The Economist – le giornate in cui la temperatura supera i 50°C sono aumentate esponenzialmente dall’era preindustriale ad oggi ed entro il 2100, questi giorni diventeranno eventi meno eccezionali in tutto il Mediterraneo e il Medio Oriente. Picchi superiori a 45°C sono più probabili ogni anno. Ciò significa più siccità e incendi. Ma non finisce qui. Il caldo estremo, ricorda l’Economist, “scioglie le strade, blocca le ferrovie e rende pericoloso il lavoro all’aperto”. Senza considerare i danni per la salute, in un’area del mondo in cui le ondate di calore causano già l’8% dei decessi legati alle condizioni atmosferiche.

Cornuda (Treviso), chicchi di grandine come palline da tennis: il video della distruzione