ALLUVIONE DEL 1951
La terribile alluvione del 14 novembre 1951, che sommerse le campagne e alcune cittadine della provincia di Rovigo, viene ricostruita attraverso materiale d’archivio delle Teche Rai. Le immagini mostrano il progressivo innalzamento del livello del Po, la disperazione degli abitanti, l’esodo dalle campagne, le testimonianze dei superstiti, la solidarietà e gli aiuti giunti da tutta Italia e la ricostruzione. L’alluvione fu causata soprattutto dall’estrazione indiscriminata del metano, che provocò un abbassamento del suolo dai due a quattro metri.
Synopsis – Film di montaggio voluto da Alberto Barbera e realizzato da Ferdinando De Laurentis utilizzando immagini gentilmente concesse dall’Istituto Luce in occasione della Mostra del cinema polesano realizzata al palazzo Roverella di Rovigo dal 24 marzo all’1 luglio 2018.
Attraverso le immagini dell’Istituto Luce e dei cinegiornali, si racconta il primo fenomeno mediatico dovuto a una tragedia naturale: l’alluvione del 1951.
Il film racconta l’alluvione come primo fenomeno mediatico di una calamità naturale in Italia. Un evento mediatico senza precedenti. Quell’alluvione, grazie ai cinegiornali divenne più nota del Polesine stesso, in tutto il mondo.
Per l’occasione l’Istituto Luce scelse i registi e gli sceneggiatori più bravi e portò in brevissimo tempo il Polesine alla ribalta nazionale ed internazionale. 2018 – 22′
Alluvione in Polesine: 70 anni dopo il Veneto è ancora fragile
Il 14 novembre 1951, intorno alle otto di sera, quando il Po rompe gli argini nei comuni di Canaro (in località Vallice di Paviole) e Occhiobello (Bosco e Malcantone). Nella notte dalle tre rotte esce un’autentica valanga d’acqua: 8 miliardi di metri cubi che invadono 100.000 ettari di terreno, quasi due terzi dell’intera provincia di Rovigo. Per undici giorni, fino al 25 novembre, le acque fangose del grande fiume sommergono, distruggono e uccidono, causando un centinaio di morti e costringendo all’esodo 180.000 persone s. Un terzo di loro, costretto a intraprendere la via dell’emigrazione, non farà più ritorno.
Ancora oggi, a 70 anni di distanza, si continua ad associare il Polesine a quella tragedia, ma anche alla voglia di riscatto della sua gente. A lungo gli effetti delle devastazioni hanno pesato sullo sviluppo di quella terra, fino a tempi recenti la più povera dell’Italia settentrionale: soltanto nel 2007 il pil pro capite della provincia di Rovigo ha superato stabilmente la media italiana. L’alluvione del 1951 è però anche il simbolo di un rapporto difficile dell’uomo con il territorio, destinato inevitabilmente a peggiorare se i cambiamenti climatici continueranno il loro corso.