perforando 20 km di crosta terrestre: la rivoluzione dal 2026
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La tecnologia di Quaise Energy, società fondata da ricercatori del Mit, raggiungerebbe i 20 km di profondità in appena un mese. In vent’anni i russi sono arrivati a 12 km
I principi della geotermia sono noti: sfruttare il calore che proviene dalle profondità della Terra per trasformare l’acqua in vapore e produrre energia elettrica pulita. Fino ad oggi la geotermia è stata limitata dal fatto che non si è mai riusciti a perforare la crosta terrestre a profondità tali dove lo scambio di calore tra l’acqua e la terra fosse conveniente, soprattutto in virtù del fatto che le tecniche di scavo erano tanto costose e lente da essere inefficienti. Oggi invece tutto potrebbe cambiare: una società americana – la Quaise Energy, fondata da alcuni ricercatori specializzati del Mit di Boston – ha progettato e realizzato una modalità di scavo ibrida, dove le più moderne tecnologie di trapanazione rotativa tradizionale vengono affiancate da un sistema a energia diretta alimentato da un girotrone, un apparecchio capace di generare onde elettromagnetiche molto corte che è in grado di sbriciolare e poi fondere anche gli strati di roccia più dura.
Tempi record
Tutto ciò permetterebbe di perforare alla incredibile velocità di 70 metri all’ora producendo una tubazione cilindrica di 5 cm di diametro, il che permetterebbe di pompare acqua fino a 20 km di profondità dove le temperature superano i 500 gradi e le rocce cominciano a diventare più fluide in un solo mese di lavoro. Un’inezia se si pensa che i russi, che hanno scavato i 12 km del canale più profondo oggi esistente, hanno impiegato vent’anni!
Sicurezza garantita
Le leggi della fisica aiutano e danno una risposta positiva a ogni dubbio: è garantito infatti che perforare fino a profondità mai sondate prima non porterebbe rischi sismici né vulcanici, che sparare nei tubi del gas argon magnetizzato ad alta pressione servirebbe a liberarli da detriti e polveri di roccia e che incanalare nel sistema la cosiddetta “acqua supercritica” (cioè acqua con una temperatura di almeno +374°C ad una pressione di 221 bar) servirebbe a decuplicare la capacità della centrale di produrre elettricità.
Pronti al debutto
Il progetto ora è completato: il programma avrebbe previsto l’apertura di una prima centrale dedicata da 100 MW entro il 2026 ma le tensioni con la Russia hanno accelerato la necessità di transizione energetica e potrebbero anticiparne la realizzazione. Ora si sta lavorando su macchine dimostrative su vasta scala da presentare ai potenziali clienti, ma la fetta principale del business starà nel trasformare le centrali a carbone o a gas già esistenti (e prossime alla chiusura per questioni di sostenibilità) in centrali geotermiche, affiancando alle medesime una perforazione che porterebbe vapore inesauribile, pulito, economico ed efficiente. Quelle turbine potrebbero teoricamente rendere ogni paese completamente autonomo da un punto di vista energetico, senza i costi e le inefficienze del solare, dell’eolico, dell’idrogeno e del nucleare. Questa appare come un’opportunità incredibile per tutto il genere umano, senza se e senza ma, la cui realizzazione appare più immediata di quanto si possa immaginare. Non ci sono vincoli realizzativi, dubbi né pericoli di sorta, ma proprio per questo ribalterebbe gli equilibri politici e ovviamente finanziari del mondo che fino ad oggi si sono basati sui rapporti di forza dei paesi detentori delle fonti di energia.