Osservatorio ISPI-IAI n.19 – Massimo Lombardini16 novembre 2021
negoziati hanno portato all’adozione del Glasgow Climate Pact, ritenuto da alcuni osservatori deludente e da altri come il migliore compromesso raggiungibile.
Per la prima volta in una conclusione della Cop, è stato introdotto un riferimento esplicito alla riduzione del consumo di carbone, le cui emissioni rappresentano quasi il 40% della CO2 emessa su scala globale. Si tratta dell’impegno più importante per la lotta al cambiamento climatico.
Nella sessione finale, l’India ha ottenuto l’inserimento di un emendamento che ammorbidisce il testo riguardante il carbone, smorzando l’efficacia dell’impegno preso. Non si parla più di phase out (eliminazione graduale), come originariamente proposto, ma di phase down (riduzione graduale). I nuovi impegni della COP26 costituiscono un miglioramento generale degli obiettivi di decarbonizzazione per il 2030, negoziati nel 2015 a Parigi. Alla COP26 quasi tutti i partecipanti hanno inserito un obiettivo di raggiungimento della neutralità carbonica, seppure con tempi diversi. Per l’Unione Europea, gli Stati Uniti e un altro gruppo di paesi tale la scadenza è il 2050, mentre la Cina e l’India hanno proposto rispettivamente il 2060 e il 2070.