Il machine learning migliora le previsioni meteo di Chiara Sabelli
Il sogno di Fenwick Cooper era quello di sviluppare un modello matematico per descrivere il moto turbolento dei fluidi, un problema sul quale i fisici si sono scervellati per cento anni. «Mi sono reso conto che non sarei stato io a scoprire questa nuova incredibile teoria». Così Cooper, che oggi collabora con lo European Centre for Medium-Range Weather Forecast (ECMWF), è sceso a compromessi e si è specializzato in modelli numerici della turbolenza, «questo è il percorso che mi ha portato a conoscere e impiegare sistemi di machine learning per descrivere la dinamica dell’atmosfera e degli oceani».
Cooper è l’autore di uno studio su come gli strumenti di machine learning potrebbero migliorare il sistema di previsioni integrato dell’ECMWF sulla temperatura dell’aria e la velocità del vento vicino alla superficie terrestre. Lo studio è stato finanziato al 50% dalla International Foundation Big Data and Artificial Intelligence for Human Development (IFAB) con sede a Bologna ed è stato presentato per la prima volta lo scorso 9 novembre in un seminario online.
Insieme ai colleghi dell’ECMWF, ha adottato un approccio conservativo e ha utilizzato il machine learning per correggere a posteriori le previsioni dell’ECMWF e ottimizzarle rispetto a due variabili specifiche, la temperatura dell’aria a 2 metri di altezza e la velocità del vento a 10 metri di altezza. Ha impiegato diversi tipi di algoritmi di machine learning, da un “semplice” modello di regressione lineare a quelli più complicati, random forest e una rete neurale. Tutti questi strumenti, dopo un’adeguata procedura di allenamento su dati storici, sono stati in grado di migliorare l’accuratezza delle previsioni di temperatura dell’aria e velocità del vento rispetto alle misurazioni effettuate dalla maggior parte delle stazioni meteorologiche sparse sulla superficie terrestre.