I ministri dell’Ambiente dei paesi del G20 – riuniti ieri e oggi a Napoli – hanno raggiunto un primo accordo, in cui riconoscono, per la prima volta, “l‘interconnessione esistente tra ambiente, clima, energia e povertà”. Un risultato non scontato considerando che il G20 – che rappresenta circa l’85% delle emissioni globali di gas serra – racchiude al suo interno sia la quasi totalità di produttori di energie rinnovabili che i principali produttori di petrolio. La lotta al degrado del suolo, la tutela degli oceani, la sicurezza alimentare, e la finanza verde sono alcuni dei principi cardine del comunicato congiunto – rilasciato a margine dell’incontro ministeriale – in cui viene anche dedicato ampio spazio al tema dell’economia circolare. Secondo l’ultimo Circularity Gap Report, solo l’8,6% delle risorse che entrano nell’economia vengono poi riutilizzate, causando uno spreco di materiali quantificabile in 100 miliardi di tonnellate all’anno.
Dopo la giornata di ieri dedicata alla tutela di ecosistemi e biodiversità, oggi sul tavolo c’erano gli argomenti più complessi e divisivi: clima e soprattutto energia con Usa ed UE da una parte, Cina, Russia, economie emergenti e paesi petroliferi dall’altra.