Corriere della Sera – Così il G7 vuole fermare Pechino: terre rare, semiconduttori e batterie

di Federico Fubini, 15 giu 2021

Ci sono passaggi che non determinano un cambio d’epoca, ma lo riassumono in pochi giorni. Riletto tra qualche anno, il G7 della Cornovaglia potrebbe essere uno di quelli e non solo perché — fra mille distinguo europei — il vertice ha indicato nella Cina il nuovo avversario delle democrazie avanzate. Meno esplicita, ma più condivisa, è la fine del consenso del 1989: la certezza, trionfante alla fine della guerra fredda, che il mercato lasciato a se stesso avrebbe garantito l’equilibrio sociale e il primato geopolitico dell’Occidente e che per questo bastava affidarsi alle scelte incontrastate delle imprese. Anche quando puntano sul basso costo e delocalizzano, non investono a sufficienza o alimentano un carosello di paradisi fiscali per arrivare a aliquote fiscali risibili. (CONTINUA)