Ellen MacArthur Foundation – economia circolare: una strategia di ripresa del Covid-19 trasformativa

Il documento, L’economia circolare: una strategia di ripresa trasformativa covid-19 dimostra come i politici possano spianare la strada a un tale futuro.

In particolare:
La pandemia ha avuto un impatto rilevante sul settore delle costruzioni che dovrà ridurre il suo impatto sull’ambiente adottando modelli di economia circolare.

In questo senso una delle problematiche principali sarà costituita dagli alloggi di bassa qualità delle città, dove gli edifici si presentano piccoli, progettati in modo rigido ed energeticamente inefficienti.

Nei paesi a basso reddito, invece, il problema è rappresentato dalla difficoltà di rispettare le indicazioni igienico-sanitarie in grado di rallentare e fermare la diffusione del virus.

In alcune aree, la costruzione modulare ha consentito di costruire rapidamente strutture fondamentali per rispondere alla crisi pandemica, come è accaduto a Wuhan, in Cina, dove è stato costruito un ospedale d’emergenza di 30 unità di terapia intensiva e sono stati aggiunti 1.000 posti-letto in soli dieci giorni, utilizzando unità prefabbricate, che, grazie alla modularità, possono essere facilmente smontate e riutilizzate altrove.

In altre aree geografie, si è evidenziata una crescente richiesta di ripensare le aree e gli spazi pubblici, in modo da garantirne un’alta fruibilità nel rispetto del distanziamento sociale, nuova esigenza imposta dalla pandemia.

Conseguentemente in Europa, invece, esiste un forte bisogno di ammodernare l’attuale patrimonio edilizio, per renderlo più efficiente dal punto di vista energetico, contribuendo a ridurre le emissioni di gas serra.

I cittadini sono sempre più consapevoli della necessità di tutelare l’ambiente e consapevoli del fatto che il settore delle costruzioni consuma circa il 40% della domanda globale di risorse naturali, rendendolo uno dei comparti che incidono di più sul cambiamento climatico.

L’economia circolare, al riguardo, presenta soluzioni solide per affrontare tutti questi problemi riutilizzando e riciclando i rifiuti edili , integrando i sistemi naturali negli edifici, ristrutturando gli edifici in modo da renderli energeticamente efficienti, a bassa emissioni di carbonio.

Per esempio, in Europa, rinnovando gli edifici esistenti e puntando a ridurre il consumo energetico del 40%, entro il 2030, si stima che le emissioni complessive di gas serra prodotte dal settore edilizio verrebbero ridotte del 63% nel settore residenziale e del 73% nel settore non residenziale.

Secondo la fondazione Ellen MacArthur, il riutilizzo dei materiali da costruzione e gli impianti di riciclaggio offrono un’altra interessante opportunità di investimento nell’ottica della transizione verso l’economia circolare.

La progettazione dei materiali giocherà, in futuro, un ruolo fondamentale, nel garantire una maggiore circolarità, questi dovranno essere progettati fin dall’inizio per essere facilmente recuperabili dopo il loro primo utilizzo e in grado di mantenere il loro valore, una volta riutilizzati in altri edifici. 

Per fare questo saranno necessari importanti investimenti in impianti di riciclaggio e strutture per la decostruzione, che risultano cruciali per consentire la circolazione dei materiali edili e per creare posti di lavoro.

Nel mondo ci sono già alcuni esempi. In Canada, la città di Vancouver ha ottenuto finanziamenti per la creazione del suo ‘Deconstruction Hub’, dove i materiali di recupero degli edifici demoliti possono essere restaurati, sistemati e rivenduti per essere utilizzati di nuovo.

In Europa, Copenhagen, Amburgo, la regione Vantaa di Helsinki e Greater London hanno ricevuto finanziamenti, attraverso il progetto Horizon 2020 “Circular Construction In Regenerative Cities (CIRCuIT)“, per la creazione di strutture per la circolarità, cd “Circularity Hubs“, dove inviare i materiali degli edifici smantellati per il riutilizzo, la trasformazione e la ristrutturazione.

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Altrettanto imprescindibile per accelerare la transizione verso l’economia circolare in questo settore, è l’infrastruttura digitale, soprattutto inerente la tecnologia di tracciamento e di modellazione digitale, come i passaporti digitali dei materiali, che permettono la tracciabilità end-to-end dei materiali da costruzione, aiutando ad identificare quelli da riutilizzare alla fine della loro (prima) vita, mantenendone così il valore nel ciclo virtuoso del riutilizzo. I passaporti digitali garantisono una trasparenza sui materiali e conoscenza della composizione e dei componenti presenti nei manufatti edili.

Altre innovazioni digitali importanti sono rappresentate dal building information modelling (BIM)“, cioè un sistema che crea modelli virtuali di edifici o esempi digitali 3-D.

Regione Toscana – ARPAT
Rapporto sull’economia circolare in Italia