Manovra correttiva finanza pubblica – Raccomandazioni UE

Decreto-Legge 2 luglio 2019, n. 61: Misure urgenti in materia di miglioramento dei saldi di finanza pubblica

Atto Senato n. 1383


Legge 30 dicembre 2018 n. 145  —  Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2019 e bilancio pluriennale per il triennio 2019-2021

Con documento 9936/19 – COM(2019) 512 final viene espressa una Raccomandazione sul programma nazionale di riforma 2019 dell’Italia e che formula un parere del Consiglio sul programma di stabilità 2019 dell’Italia.

… omissis …

(4) L’Italia ha presentato il programma nazionale di riforma 2019 e il programma di stabilità 2019 il 19 aprile 2019. I due programmi sono stati valutati contemporaneamente onde tener conto delle loro correlazioni. Il programma nazionale di riforma 2019 dell’Italia affronta solo in parte le questioni strutturali sollevate dalle raccomandazioni specifiche per paese del 2018, e mancano spesso informazioni dettagliate sui pochi nuovi impegni che contiene, nonché sul calendario per la loro attuazione. Tuttavia, la sua strategia di riforma si basa su importanti riforme già in cantiere in diversi settori, in ampia continuità rispetto ai precedenti programmi nazionali di riforma.

(6) L’Italia è attualmente nel braccio preventivo del patto di stabilità e crescita ed è soggetta alla regola del debito. Nel programma di stabilità 2019 il governo prevede un aumento del disavanzo nominale dal 2,1 % del prodotto interno lordo (PIL) nel 2018 al 2,4 % nel 2019, seguito da un calo graduale al 2,1 % nel 2020 e all’1,5 % entro il 2022. Queste proiezioni presuppongono un aumento dell’IVA (1,3 % del PIL nel 2020 e 1,5 % del PIL a partire dal 2021), previsto per legge come “clausola di salvaguardia” per conseguire gli obiettivi di bilancio a partire dal 2020. In base al saldo strutturale ricalcolato , si prevede che l’obiettivo di bilancio a medio termine, che è stato modificato da una posizione di bilancio in pareggio in termini strutturali nel 2019 a un avanzo dello 0,5 % del PIL in termini strutturali a partire dal 2020, non sarà raggiunto entro il periodo di riferimento del programma. Secondo il programma di stabilità 2019, dopo l’aumento registrato nel 2018 (dal 131,4 % del PIL nel 2017 al 132,2 %) il rapporto debito pubblico/PIL è dato in aumento di 0,4 punti percentuali di PIL per attestarsi al 132,6 % nel 2019 e poi in discesa al 128,9 % entro il 2022.

(7) A causa della non conformità dell’Italia alla regola del debito nel 2018, il 5 giugno 2019 la Commissione ha pubblicato una relazione preparata a norma dell’articolo 126, paragrafo 3, del trattato. Sulla base dell’esame di tutti i fattori significativi, la relazione conclude che il criterio del debito definito nel trattato e nel regolamento (CE) n. 1467/1997 debba considerarsi come non rispettato e che, pertanto, una procedura per i disavanzi eccessivi basata sul debito sia giustificata.

(8) A seguito della richiesta avanzata nel documento programmatico di bilancio 2019 riveduto, il programma di stabilità 2019 conferma che l’incidenza sul bilancio del crollo del ponte Morandi di Genova e delle condizioni meteorologiche eccezionalmente avverse verificatesi nel 2018 è stata significativa e fornisce elementi di prova sufficienti della portata e della natura di tali costi di bilancio supplementari. In particolare, il programma di stabilità 2019 indica che il bilancio 2019 comprende spese eccezionali pari a circa lo 0,2 % del PIL in relazione a un programma di manutenzione straordinaria per la rete viaria e a un piano di prevenzione volto a limitare i rischi idrogeologici. In virtù del collegamento diretto con il crollo del ponte Morandi di Genova e le condizioni meteorologiche avverse del 2018, la spesa per la manutenzione stradale straordinaria e la prevenzione del rischio idrogeologico potrebbe essere trattata in applicazione della “clausola sugli eventi inconsueti”. Secondo la Commissione, per queste misure la spesa aggiuntiva ammissibile nel 2019 ammonta allo 0,18 % del PIL. Tale spesa aggiuntiva rientra nell’ambito di applicazione delle disposizioni dell’articolo 5, paragrafo 1, e dell’articolo 6, paragrafo 3, del regolamento (CE) n. 1466/97, dato che il crollo del ponte Morandi di Genova e le condizioni meteorologiche eccezionalmente avverse sono considerati eventi inconsueti che hanno rilevanti ripercussioni sulle finanze pubbliche dell’Italia e visto che la sostenibilità non sarebbe compromessa se si consentisse una deviazione temporanea dal percorso di avvicinamento all’obiettivo di bilancio a medio termine. La valutazione finale, anche per quanto riguarda gli importi ammissibili, sarà effettuata nella primavera del 2020 sulla base dei dati osservati per il 2019 forniti dalle autorità italiane.

(10) Per il 2020, in considerazione del rapporto debito pubblico/PIL del paese al di sopra del 60 % del PIL e del previsto divario tra prodotto effettivo e prodotto potenziale pari a -0,1 %, in linea con l’aggiustamento strutturale dello 0,6 % del PIL imposto dalla matrice di aggiustamento concordata nell’ambito del patto di stabilità e crescita, la spesa pubblica primaria netta dovrebbe diminuire dello 0,1 % in termini nominali. Sulla base delle previsioni di primavera 2019 della Commissione a politiche invariate, nel 2020 vi è il rischio di una deviazione significativa dal requisito.

(11) Il sistema tributario italiano continua a gravare pesantemente sui fattori di produzione, a scapito della crescita economica. L’elevato carico fiscale sul lavoro e sul capitale scoraggia l’occupazione e gli investimenti. Il bilancio 2019 ha ridotto la pressione fiscale sui lavoratori autonomi e sulle piccole imprese, ma l’ha temporaneamente aumentata sulle imprese a livello aggregato, in particolare sugli istituti finanziari. Dato che le basi imponibili meno penalizzanti per la crescita, come il patrimonio e i consumi, sono sottoutilizzate, vi sono margini per alleggerire il carico fiscale sul lavoro e sul capitale senza gravare sul bilancio dello Stato.

(12) La spesa dell’Italia per le pensioni, pari a circa il 15 % del PIL nel 2017, è tra le più elevate dell’Unione ed è destinata a crescere nel medio periodo a causa del peggioramento dell’indice di dipendenza degli anziani. Il bilancio 2019 e il decreto legge di attuazione del nuovo regime di pensionamento anticipato del gennaio 2019 tornano indietro su elementi delle precedenti riforme delle pensioni, aggravando la sostenibilità a medio termine delle finanze pubbliche. Queste nuove norme aumenteranno ulteriormente la spesa pensionistica a medio periodo. Tra il 2019 e il 2021 il nuovo regime di pensionamento anticipato (“quota 100”) consentirà alle persone che hanno versato 38 anni di contributi di andare in pensione a 62 anni.

(13) Nonostante il rallentamento dell’economia, l’occupazione ha continuato ad aumentare nel 2018, anche se a un ritmo leggermente più lento rispetto all’anno precedente. Il numero di occupati ha raggiunto i 23,2 milioni alla fine dell’anno, superando i livelli pre-crisi. Lo scorso anno il tasso di occupazione (20-64 anni) è salito al 63 %, ma è ancora molto al di sotto della media dell’Unione (73,2 %).

(15) Il lavoro sommerso è diffuso in Italia, in particolare nelle regioni meridionali. Secondo le stime dell’Istituto nazionale di statistica, l’economia non osservata rappresentava circa 210 miliardi di EUR (12,4 % del PIL) nel 2016. Di questi, circa il 37,2 % è imputabile al lavoro sommerso. Il fenomeno riguarda in particolare i gruppi più vulnerabili come i migranti, le donne e i minori. Il nuovo Ispettorato nazionale del lavoro, operativo dal 2017, si è concentrato in particolare sul fenomeno del caporalato nel settore dell’agricoltura, caratterizzato da un elevato tasso di irregolarità e dal rischio di sfruttamento lavorativo, in particolare dei migranti irregolari.

(17) Il divario di genere nei livelli di occupazione in Italia rimane uno dei più elevati dell’Unione e il tasso di occupazione delle donne, sebbene in lieve aumento, è di gran lunga inferiore alla media dell’Unione (53,1 % contro il 67,4 % nel 2018). Gli investimenti nei servizi di assistenza e nella partecipazione delle donne al mercato del lavoro rimangono insufficienti, così come le misure volte a promuovere le pari opportunità e adeguate politiche in materia di equilibrio tra vita professionale e vita privata.

(19) Gli investimenti nell’istruzione e nelle competenze sono fondamentali per promuovere una crescita intelligente, inclusiva e sostenibile. La produttività tendenzialmente stagnante dell’Italia è dovuta alle debolezze del sistema di istruzione e formazione e alla scarsità della domanda di competenze elevate. Migliorare la qualità del sistema di istruzione e formazione rappresenta una sfida importante. Il tasso di abbandono scolastico (abbandono scolastico precoce) rimane ben al di sopra della media dell’Unione (14,5 % contro 10,6 % nel 2018) e vi sono ampie differenze regionali e territoriali in termini di risultati scolastici. Mentre la quota dei finanziamenti destinati all’istruzione primaria e secondaria è sostanzialmente in linea con la media dell’Unione, ulteriori sforzi per attirare, assumere e motivare maggiormente gli insegnanti potrebbero contribuire a migliorare i risultati dell’apprendimento.

(20) Gli scarsi investimenti nelle competenze stanno rallentando la transizione dell’Italia verso un’economia basata sulla conoscenza, frenando la crescita della produttività e limitando il potenziale per migliorare la competitività non di prezzo e la crescita del PIL. Le lacune in materia di istruzione contribuiscono anche a spiegare la minore produttività delle micro-imprese e delle piccole imprese italiane rispetto a quelle di paesi comparabili.

(22) Sono necessari investimenti per migliorare la qualità e la sostenibilità delle infrastrutture del paese. Nel settore dei trasporti l’Italia non ha conseguito gli obiettivi della sua strategia di investimento nelle infrastrutture (“Connettere l’Italia”). I progressi nella realizzazione degli investimenti previsti nel trasporto ferroviario e stradale e nella mobilità urbana sostenibile sono stati molto limitati. Le cause vanno ravvisate nei ritardi amministrativi, nelle inefficienze a livello di spesa e nell’attuazione incompleta del codice sugli appalti e le concessioni e sul contenzioso. Il quadro di valutazione dei trasporti dell’Unione indica un livello di qualità delle infrastrutture italiane inferiore alla media dell’Unione. Lo stato di manutenzione è una chiara fonte di preoccupazione, come dimostrato dal crollo del ponte Morandi a Genova .

(29) Le banche italiane hanno continuato a registrare buoni progressi nel risanamento dei bilanci, nonostante le rinnovate pressioni registrate sul mercato. Tuttavia, a causa della loro elevata esposizione alle obbligazioni sovrane, la volatilità del mercato ha inciso negativamente sulle loro posizioni patrimoniali, esercitando pressioni sui costi di provvista e rendendo più difficile l’accesso alla provvista all’ingrosso non garantita .

RACCOMANDA che l’Italia adotti provvedimenti nel 2019 e nel 2020 al fine di:
1. assicurare una riduzione in termini nominali della spesa pubblica primaria netta dello 0,1 % nel 2020, corrispondente a un aggiustamento strutturale annuo dello 0,6 % del PIL; utilizzare entrate straordinarie per accelerare la riduzione del rapporto debito pubblico/PIL; spostare la pressione fiscale dal lavoro, in particolare riducendo le agevolazioni fiscali e riformando i valori catastali non aggiornati; contrastare l’evasione fiscale, in particolare nella forma dell’omessa fatturazione, tra l’altro potenziando i pagamenti elettronici obbligatori, anche mediante un abbassamento dei limiti legali per i pagamenti in contanti; attuare pienamente le passate riforme pensionistiche al fine di ridurre il peso delle pensioni nella spesa pubblica e creare margini per altra spesa sociale e spesa pubblica favorevole alla crescita .

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